Maco
Maco
Un incontro di civiltà modellato dalle mani sapienti dei maestri artigiani che, scavando nella cultura millenaria del Giappone, restituiscono il “Maco”, centro tavola ispirato formalmente alle ceramiche giapponesi antiche. Se il gesto creativo plasma la materia con una visione unica, è perché la mente del designer indaga dialoghi apparentemente impossibili.
Un incontro di civiltà modellato dalle mani sapienti dei maestri artigiani che, scavando nella cultura millenaria del Giappone, restituiscono il “Maco”, centro tavola ispirato formalmente alle ceramiche giapponesi antiche. Se il gesto creativo plasma la materia con una visione unica, è perché la mente del designer indaga dialoghi apparentemente impossibili.
Il parallelismo messo in scena è quello tra la cultura etrusco/villanoviana e l’arte povera degli albori della civiltà giapponese, prima della scoperta degli smalti. Nella nuova visione del complemento unico, si rende necessario un cambiamento di scala: dall’ideale ciotola da Udon, la zuppa popolare giapponese, nasce oggi il grande “Maco” centro tavola da ben 45 cm. di diametro.
L’argilla utilizzata per realizzare l’oggetto è una chamotte refrattaria biscottata e cotta a bucchero.
Il parallelismo messo in scena è quello tra la cultura etrusco/villanoviana e l’arte povera degli albori della civiltà giapponese, prima della scoperta degli smalti. Nella nuova visione del complemento unico, si rende necessario un cambiamento di scala: dall’ideale ciotola da Udon, la zuppa popolare giapponese, nasce oggi il grande “Maco” centro tavola da ben 45 cm. di diametro.
L’argilla utilizzata per realizzare l’oggetto è una chamotte refrattaria biscottata e cotta a bucchero.
Il termine bucchero che deriva dal portoghese bucàro, terra odorosa, in Italia viene associato alle pregiate ceramiche riportate alla luce durante gli scavi effettuati nelle necropoli etrusche. Gli Etruschi infatti avrebbero fatto grande uso della tipica ceramica nera per produrre oggetti di uso quotidiano resi affascinanti dalla caratteristica superficie lucente, l’elegante forma e le lavorazioni preziose. La tecnica nera sul tipo del bucchero etrusco, è una tecnica magica che consiste nel cuocere oggetti in atmosfera riducente, ossia priva di ossigeno, processo che permette di ottenere pezzi di colorazione nera, che mostrano con forza l’essenza del processo ceramico.
Lo spirito di ricerca contemporaneo porta a sperimentare nuovi metodi di produzione e forme innovative, modellando oggetti unici nel caratteristico total black del bucchero.
L’oggetto è prodotto in differenti misure, ognuna unica e può essere anche smaltato, con un effetto finale prezioso e fuori dal tempo.
Il termine bucchero che deriva dal portoghese bucàro, terra odorosa, in Italia viene associato alle pregiate ceramiche riportate alla luce durante gli scavi effettuati nelle necropoli etrusche. Gli Etruschi infatti avrebbero fatto grande uso della tipica ceramica nera per produrre oggetti di uso quotidiano resi affascinanti dalla caratteristica superficie lucente, l’elegante forma e le lavorazioni preziose. La tecnica nera sul tipo del bucchero etrusco, è una tecnica magica che consiste nel cuocere oggetti in atmosfera riducente, ossia priva di ossigeno, processo che permette di ottenere pezzi di colorazione nera, che mostrano con forza l’essenza del processo ceramico.
Lo spirito di ricerca contemporaneo porta a sperimentare nuovi metodi di produzione e forme innovative, modellando oggetti unici nel caratteristico total black del bucchero.
L’oggetto è prodotto in differenti misure, ognuna unica e può essere anche smaltato, con un effetto finale prezioso e fuori dal tempo.
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